La costiera amalfitana è uno dei luoghi più suggestivi al mondo.
Luogo scenografico per il cinema, affascinante ispirazione per artisti e cantautori, espressione solare che alterna spontaneità partenopea e ricercati contrasti di colori, sapori, stili di vita.

Le strade che accompagnano il mio viaggio lungo questi scenari mozzafiato infondono stupore e nostalgia.
Un angolo del nostro Paese così bello, così surreale, che a volte la trasandatezza dei tempi contemporanei ci distoglie dal pensiero, dall’idea , che l’Italia abbia un patrimonio paesaggistico e culturale così ricco in una delle regioni più contradditorie che ospita il nostro stivale.

Viaggio con i profumi che riempiono l’aria, gli accenti di lingue provenienti da tutto il mondo,
mi fermo nella deliziosa Positano: i viottoli della cittadina sembrano in festa, ovunque una luce prepotente che ribatte sui palazzi antichi, sui corridoi stretti che separano un edificio dall’altro, sulle vetrate dei negozietti che si aprono sulle strade, al vocìo, agli sguardi, ai passi dei turisti.

Sfioro l’antica enoteca “Tre sorelle”per risalire viale Pasitea e fermarmi per il brunch da Casa e Bottega con l’ospitalità di Tanina Varacore e di suo figlio.
Un “design restaurant”dove la ricercatezza per il dettaglio è ciò che rende questo luogo, il “posto delle meraviglie” per le avventuriere “Alice” che lo vogliono scoprire.

Decido il mio pasto frugale: quinoa rossa e bianca, barbabietola, fragole, rucola, mela verde e zenzero candito con olio extravergine d’oliva.
Mi disseta una bevanda ai limoni d’Amalfi, rosmarino e lavanda preparatami appositamente.
A concludere un gelato di pistacchio, pan di spagna e succo di lamponi.

Sono pronta per affrontare il percorso che mi porterà a conoscere Raffaele Palma, produttore amalfitano dell’ olio extravergine d’oliva NoDo – DoNo.

La sua tenuta, ventidue ettari, di cui sei a vigna, due a limoneto, quasi tre ad uliveto, bosco e macchia mediterranea, è incastonata del Parco dei Monti Lattari a Maiori e ricopre un’intera collina scoscesa che vanta anche una cascata naturale.

Dalle sue origini contadine, Raffaele Palma riscopre in età matura l’amore tenace per la terra, e nel 2005 dissoda un’impervia superficie pedemontana lasciata per decenni all’incuria e fonde la sua Azienda Agricola.

Affronta non poche avversità con la tenacia di voler recuperare un difficile territorio, a strapiombo sul mare, dove l’unica possibilità per l’agricoltura è vincere con la forza di volontà una natura che non conosce forme e tecniche lavorative meccanizzabili.

Riattiva “i giardini” (i terrazzamenti), recupera antichi vitigni, piante di limoni e ulivi dalle cultivar autoctone come la rotondella e carpellese.
Utilizza modi di coltivare tradizionali, tramandati di generazione in generazione ma orchestra i saperi con intuizioni moderne.

Vince su un’impervio territorio che vanta un delta di verticalità dai trenta metri s.l.m agli oltre seicento. Vanta una squadra di esperti operai e coltivatori che ai miei occhi appaiono come supereroi, quasi sospesi nell’aria tra una costa scoscesa e l’altra, arrampicati sugli impervi della natura, con grandi mani sapienti provate dal duro lavoro.

Il recupero di antichi ulivi abbandonati e l’impianto di nuove piante ha consentito di far nascere il progetto più ambizioso di Raffaele Palma: il suo olio extravergine d’oliva NoDo.
Raffaele mi racconta del fascino provato qualche anno fa, prima di decidere di compiere quest’opera titanica, nell’osservare la testimonianza che la natura su quella collina aveva lasciato nel trascorrere di decine di anni: il tronco “annodato”e pur distorto degli ulivi che, su quella terra apparentemente non accogliente, come una madre, teneva ben salde le fronde protese verso la luce, verso il cielo.

Da lì l’ambizione di voler portare i frutti di quei luoghi in un olio extravergine d’oliva “gentile”, accarezzato dalla vicinanza al mare, con richiami agrumati che quella terra tramanda.
Nasce così nel 2014, NoDo, un olio extravergine d’oliva Colline Salernitane D.O.P. ad oggi unico presente in Costiera amalfitana.

“Nodi” che legano, che proteggono, e che sono necessari per permettere che la natura ci offra i suoi “doni”.

All’assaggio NoDo è un olio extravergine d’oliva di fruttato leggero, blend di frantoio, leccino, rotondella, carpellese e ogliarola.
All’olfatto note di fresca vegetalità che spaziano dal pomodoro, fieno, cardo, alle erbe aromatiche e floreali, con particolare riferimento ad origano, finocchietto salvatico, camomilla.
Amaro e piccante ben in equilibrio dove l’amaro permane ma di sottofondo e il piccante accompagna i sentori vegetali senza sovrastarli.

Particolarmente indicato per insalate fresche di verdura e frutta, in accompagnamento a dolci e gelati, fa sentire la sua presenza anche su un pesce alla griglia o al forno.

L’azienda agricola Raffaele Palma produce anche liquore di limone femminello che vanta l’Igp Costa d’Amalfi, il liquore di finocchietto selvatico, marmellate di limoni, confettura di uva, fichi, e fico d’india.

Di importanza anche la produzione di vini, Puntacroce (bianco Costa d’Amalfi Doc, premiato con tre bicchieri dal Gambero Rosso nel 2015 e 2016), Salicerchi (rosato Costa d’Amalfi Doc), Montecorvo (rosso Costa d’Amalfi Doc).

Tutta la produzione agricola di Raffaele Palma è alimentata da un impianto fotovoltaico nel convinto rispetto dell’ambiente e dell’agricoltura biologica.

Mi prende per mano Raffaele e mi fa sporgere su una tettoia dove partono le funi della carrucola che serve per portare i frutti, olive, limoni, fichi, uva in un punto di raccolta trecentocinquanta metri più in basso.

Il vento mi costringe a soprassedere. Non ho dubbi: Raffaele è un eroe.
Gli chiedo se i suoi figli e i suoi nipoti amano questa terra e questo progetto così ambizioso. Mi risponde che sono lontani, al Nord e che quando possono tornano a godersi il sole della costiera.

Raffaele possiede un patrimonio grande, frutto di sacrifici e forza di volontà.
Mi parla dei suoi progetti futuri come un padre racconta della crescita dei suoi figli.
E’un appassionato Raffaele. Un uomo che deve alle sue radici la sua caparbietà e il suo amore per la terra.

Una terra luminosa, profumata, incastonata in un paesaggio che toglie il fiato.
Una terra che non ha bisogno di essere raccontata se non di essere solo vissuta.
E che sa di avere il potere di non essere dimenticata.