“L’ulivo sceglie i luoghi migliori per dare il meglio di sé”.
Così riflette Sabino Leone la storia della sua azienda.

Sicuramente gli ettari costellati da coratine, peranzane, carolee, frantoi, ogliarole, devono avere scelto di incorniciare un luogo, le campagne di Canosa di Puglia, speciale, dove il sole bacia la terra  dall’alba al tramonto e filtra colori e profumi in un’atmosfera rarefatta.

Un luogo vissuto che avrebbe, nei respiri di generazioni di uomini e donne che lo hanno abitato, saputo raccontare, tramandare, interpretare la storia della sapienza contadina di queste zone.

La proprietà Sabino Leone è un quadro perfetto : l’azienda si incastona nella natura circostante senza invadenze o protagonismi.
L’edificio bianco è stato pensato in modo razionale da poter ottenere la migliore efficienza e senso di protezione per tutto ciò che nasce e si realizza in questa azienda.

Gli ambienti che ospitano le zone di produzione, conservazione, stoccaggio  sono perfetti : tutt’intorno silenzio e luce,  un team   concentrato al lavoro che, dietro lo studio a vetri, mi accenna un sorriso e un saluto al mio arrivo.

Mi accoglie Nino, il figlio di Sabino che, insieme al papà e a sua sorella Maddalena, dirigono l’azienda agricola.
Mi sorprende la professionalità e la spontaneità con cui un giovane ragazzo possa trasmettere l’amore per la propria terra e per il proprio lavoro.
Non nasconde l’impegno e la fatica nei suoi racconti, non dimentica il legame con la famiglia: “Mi chiamano Nino, ma sono Gioacchino, porto il nome di mio nonno che ha dato inizio a questa azienda tanti anni fa”.

E proprio al nonno Gioacchino è dedicata la monocultivar di coratina che l’azienda Sabino Leone produce e per la quale negli anni ha ottenuto numerosi riconoscimenti e premi in Italia e all’estero.
Me li mostra Nino, nel grande foyer di accoglienza dell’azienda: pareti ricoperte da decine di attestati e medaglie,  che è difficile portarne il conto.

Assaggio “Don Gioacchino”: al profumo note intense di erbe officinali, mandorla verde, carciofo, pepe verde, amaro e piccante di gran carattere, come lo spirito del nonno che quest’olio evo ispira.
Un grande olio extravergine d’oliva che rappresenta tutta la forza e la bellezza della coratina in purezza, natìa di questi luoghi e di questi luoghi interprete perfetta.

Ma la tradizione pugliese contadina, quella antica e verace, prudente e intuitiva, ottimista e diligente, depositaria di metodi e segreti, si rivela nell’importante ruolo della donna, in un eterno femminino spogliato di sofismi classici e autenticato nell’immagine della fanciulla, della sposa,  della madre, della“patraun’”.
E a queste figure di donna che si ispirano quattro oli extravergine d’oliva di assoluta eleganza e carattere  che Sabino Leone confeziona e firma come abiti sartoriali.

Oli evo tutti in monocultivar, peranzana, ogliarola garganica, carolea e frantoio con i loro perfetti bilanciamenti nei fruttati leggeri, medi e intensi; pensati per coloro che cercano in un olio extravergine d’oliva grande equilibrio e nessuna apparente ostentazione.
Oli extravergine di oliva ricercati  e complessi che mantengono nuance di grande armonia e sinuosità con finali di gusto sempre freschi e rotondi.

La carolea e il frantoio, due cultivar tipiche rispettivamente della Calabria e della Toscana, donano nella produzione dSabino Leone due oli extravergine d’oliva particolarmente equilibrati ed eleganti.
La carolea, “La Berefatt”, ovvero “la bella di sembianze” è un’olio extravergine d’oliva dal fruttato leggero, con note aromatiche profumate che ricordano timo, maggiorana ed erbe di campo. Olive dalla drupa carnosa, producono un olio evo delicato e gentile con un’eco equilibrata  di amaro e piccante di fondo.
Il frantoio, “La Mnenn’”, nel significato dialettale pugliese “la fanciulla”, è un olio extravergine d’oliva dal fruttato medio, con sentori di erba tagliata, cardo, pomodoro, frutta secca, amaro e piccante in equilibrio.

La peranzana, “La Patraun’”, ovvero “la padrona, la donna proprietaria agreste”, è una cultivar autoctona pugliese dal fruttato medio, pianta molto robusta che produce un olio extravergine d’oliva dal fruttato medio-intenso, nella firma Di Sabino Leone si presenta come un olio evo dai sentori erbacei di pomodoro, carciofo, rosmarino, con un finale di bocca complesso e speziato, amaro e piccante in equilibrio.

Infine “La Femm’n”, ogliarola garganica, è una cultivar autoctona pugliese plurisecolare prodotta dall’azienda in biologico da ulivi di oltre quattrocentocinquantanni.
Olio extravergine d’oliva particolarmente interessante è sicuramente la migliore ogliarola garganica che io abbia assaggiato fino ad ora.
Sentori speziati e floreali per questo intrigante olio extravergine d’oliva.
Pomodoro, rosmarino, alloro, noce, mandorla, con sfumature di cardo e patata.  Piccante in entrata con note di peperoncino e menta, un amaro di sottofondo persistente che richiama i sentori della frutta secca.

L’eccellenza degli oli extravergine d’oliva di Sabino Leone nascono dalla volontà di voler produrre in qualità, attraverso sia una tracciabilità certificata dei propri prodotti, sia attraverso l’utilizzo di un frantoio moderno a due fasi, dove il ciclo di produzione è totalmente ottimizzato e dove c’è un’attenzione particolare al rispetto della natura.

Non a caso numerosissimi sono stati i riconoscimenti e i premi ottenuti in Italia e all’estero.
Per citarne alcuni ricevuti nel solo anno 2018: Corona Maestrodolio; Cinque Gocce Bibenda; terzo classificato all’”Orciolo d’oro” e secondo classificato al concorso “Ercole l’olivaro” con la coratina “Don Gioacchino”; menzione di merito Dop/Igp e biologico al “Sirena d’oro”; gran menzione al concorso “Sol d’oro”; Gold medal all’Olive Japan con Don Gioacchino Dop Terre di Bari Castel del Monte.
Tra i centi oli extravergine d’oliva migliori al mondo per la guida Flos Olei 2018, inseriti in guida nel Gambero Rosso con tre foglie per la coratina (Don Gioacchino) e due foglie per la peranzana (La Patraun’) e il frantoio (La Mnenn’).

Sulle tavole di ristoranti quotati, come allo stellato Umami di Andria con lo chef Felice Sgarra, o alla Locanda di Nunno di Canosa, o ancora nella capitale, Bistrot 64 con lo chef Kodaro Noda,  o in Svizzera allo Starling Hotel Geneva.

Passeggiando nella tenuta di Sabino Leone si respira l’amore per la terra e per la condivisione di questa grande passione frutto di impegno e rispetto per la tradizione.
Ulivi spettacolari, piante da frutto, vigneti, coltivazioni di leguminose e cereali: la produzione di Sabino Leone non si ferma all’olio extravergine d’oliva mantenendo sempre quel tratto distintivo di ricerca e qualità.

Mi fermo ad osservare, al tramonto, queste distese di coltivazioni curate ed ordinate: mi sorprende che alcuni ulivi portino il nome di persone che catturate da così tanta bellezza abbiano voluto lasciare un legame con questa terra.
“Adotta un ulivo” è solo un’altra occasione per conoscere questa famiglia, le proprie tradizioni, la propria terra, l’immagine che di sé riflette in ciò che circonda.
Sabino Leone rappresenta l’orgoglio del Made in Italy riconosciuto nel mondo e che ci rende felici di appartenere ad una tradizione millenaria di agricoltura eccelsa.